Un, due, tre … stella!

Sorbo Serpico (Av), 1° settembre 2017

Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Arturo Aiello

in occasione della Festa della Madonna della Neve

Omelia

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Confesso che non avrei accettato l’invito per la benedizione del vostro campanile se non fossi stato a conoscenza della vostra sofferenza. Quindi, sono venuto più come un angelo consolatore che non in veste ufficiale (il vostro sindaco, appena all’indomani del mio ingresso, è venuto a presentarmi il vostro disagio).

Intanto, ringrazio Don Antonio, che si sta facendo carico anche della vostra parrocchia.

Se state seguendo il Vangelo di questi giorni, preparandovi alla Festa della Madonna della Neve, avete visto che c’è un’insistenza sul tempo – Siate pronti… Non sapete qual è l’ora in cui verrà il Signore – e oggi la parabola delle vergini ci dice una cosa importante sul presente, oltre che sul futuro, e cioè che questo è un tempo in cui possiamo contrattare. C’è un tempo di contrattazione e c’è un tempo in cui “Big Ben ha detto stop”.

Non so se avete mai giocato ad “Un, due, tre … stella!”: era uno dei giochi innocenti della nostra infanzia. Sembra banale, ma è invece molto serio nel suo messaggio, perché dice che c’è un tempo in cui possiamo scambiarci olio, scambiarci una preghiera, in cui possiamo convertirci, in cui possiamo fare “mercato spirituale”, nel senso più alto del termine. Al termine “commercio” diamo sempre una connotazione negativa, ma pensate che i Padri antichi, rispetto all’incarnazione, parlavano di un commercio, nel senso che questo è un momento, un luogo, un tempo, in cui possiamo scambiarci i favori: se mi manca l’olio e non ho come condire l’insalata, busso dalla vicina; se mi manca il basilico, posso bussare… Poi verrà un tempo in cui questo commercio non sarà più possibile. Da un lato, è un tempo terribile, ma dall’altro è un modo per dire che questo è un bel tempo se possiamo chiedere l’intercessione dei Santi, se possiamo chiedere l’intercessione di Maria, che voi qui venerate con il titolo di Madonna della Neve, se potete dirvi gli uni gli altri: faccio una preghiera per te (spero ne facciate una per me, che in tutti questi mesi dovrei capire qualcosa di nitido, per quanto possibile, della vostra Diocesi). Poi viene il momento – “Un, due, tre… stella!” – in cui veniamo fotografati nella posizione in cui ci troviamo, e non ci sono santi!, come si dice a Napoli, cioè quel che è fatto è fatto, chi è dentro è dentro. Un attimo prima ancora ti puoi salvare, ma quando “Big Ben ha detto stop”, allora capiamo perché non ci sembra ingeneroso il comportamento delle vergini sagge, che dicono alle stolte di no: non è non voler condividere quello che si ha, ma è una impossibilità.

Adesso, in questa Eucarestia, addirittura, noi utilizziamo la grazia che Gesù ci offre sulla Croce, che è in assoluto il momento più fecondo, più luminoso, più redentivo. Quindi, prendete a piene mani e non ve ne tornate a casa a mani vuote! Ciascuno di voi prenda da Gesù sulla Croce, che si offre al Padre per noi, prenda dai Santi, prenda dalla Madonna, prenda dai fratelli, prenda dalle sorelle tutto quello che può, ma al tempo stesso dia quello che ha, porti sulle spalle la debolezza dell’altro, perché verrà un tempo in cui non ci sarà più possibile commerciare.

Il Signore ci dia di vivere con sapienza questo tempo difficile, ma anche bello, perché possiamo salvarci: possiamo salvare noi stessi, ma anche possiamo essere strumenti di salvezza per altri. Dunque, finché c’è tempo c’è speranza, finché c’è tempo c’è salvezza. Poi ognuno con il suo olio.

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Il testo, tratto direttamente dalla registrazione, non è stato rivisto dall’autore.