Siamo anche altro, oltre ai bisogni

RAIradio1

“Ascolta si fa sera” del giorno 28 settembre 2020

Intervento di Mons. Arturo Aiello – Vescovo di Avellino

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Pace e bene.

Nei lunedì di questo mese, siamo stati alla scuola del Covid perché, se quello che viviamo nel bene e nel male non ci lascia un messaggio, una traccia di vita, una nuova acquisizione, rischiamo di diventare superficiali. La pandemia, infatti, ci ha insegnato anche ad alzare lo sguardo al cielo per cercare senso, conforto e compagnia.

Lo dico da subito: non mi sono illuso né mi illudo che la pandemia riempia di nuovo le chiese e i luoghi della fede, qualsiasi essi siano, ma può aver risvegliato un senso religioso della vita che non è la fede ma ne è l’orizzonte. L’aver vissuto nel pericolo e l’aver impattato con la morte di migliaia di persone hanno prodotto in noi uno stato di sano stordimento, hanno risvegliato interrogativi sopiti, ci hanno posto dinanzi al senso della vita e della morte. Anche la persona più distratta si è fatta pensosa, introspettiva, attenta a ciò che non si vede e che pure è essenziale.

Una parola di Gesù mi è risuonata in modo speciale nei giorni terribili: «Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». È un invito per l’uomo a non ritenere ciò che mangia il fondamento della vita, a chiudere la bocca e la manducazione per aprire le orecchie a un grido o a un sussurro che venga dall’alto o dal profondo del cuore. Siamo anche altro, oltre ai bisogni e siamo chiamati a grandi cose, oltre ai sogni.

La parola di Dio è una traccia per capire chi siamo, ma soprattutto per chi siamo. A volte il dramma ci pone dinanzi al mistero che ci abita e in cui siamo chiamati a dimorare.

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Il testo è stato tratto dalla registrazione della trasmissione e non è stato sottoposto a revisione dell’autore.