Il silenzio delle parole inutili

“Ascolta si fa sera” del giorno 8 luglio 2019

Intervento di Mons. Arturo Aiello – Vescovo di Avellino

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Pace e bene.

Al silenzio, digiuno dai rumori, si aggiunge il silenzio che è digiuno dalle parole inutili.

La grande tentazione che il mondo digitale fa vivere consiste nel pensare che, da qualche parte, si decidano cose importanti e noi non ci siamo, come Cenerentola che, nella sua cucina fuligginosa, pensa alle sorellastre che sono andate alla festa.

Le nostre giornate sono invase da parole che tracimano da ogni dove, e ci raggiungono con il loro carico di veleno, di fango, di dolore, a volte, di vuoto. Le parole sono importanti nella vita. I nostri genitori ci hanno parlato da subito, quando non davamo segni di coscienza ed hanno atteso con ansia che imparassimo a parlare. La scuola è stata la grande palestra delle parole, quelle dei nostri componimenti, dei maestri ed insegnanti, dei poeti e scienziati, dei letterati ed inventori, della stampa, che, grazie ai caratteri mobili di Gutenberg, moltiplicava i libri, allargando gli utenti del sapere.

In certe parole, ci siamo inceppati da subito, facendo fatica anche solo a sillabarle, ad esempio, “dolore” e “morte”. Oggi, il mondo digitale ci getta in un oceano di parole gridate, assordanti, fastidiose, a volte omicide. In questa esuberanza ed elefantiasi delle parole, le espressioni importanti, come “ti voglio bene” ed “è importante che tu esista”, rischiano di annegare.

Per questo vale la pena di ritrovare il gusto del silenzio, che è la vacanza della parola e della parola inutile e dannosa, in modo che quella vera e rigenerante torni a respirare e a vivere.

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Il testo è stato tratto dalla registrazione della trasmissione e non è stato sottoposto a revisione dell’autore.